Caravaggio, la cui vita di trasgressioni spesso prevale sull’aspetto artistico della sua esistenza, è considerato da molti l’artista che ha colto nel modo più sottile la modernità del suo tempo. Personaggio misterioso, ancora non del tutto conosciuto a causa della mancanza di riferimenti diretti, senza eredi, tutto ciò che sappiamo sono alcuni scritti dei suoi non sempre benevoli contemporanei. Caravaggio trasmette con forza le contraddizioni di un uomo moderno dalle mille sfaccettature, perennemente interessato a far convivere la sua anima popolare con la sua crescita sociale attraverso la frequentazione di prestigiosi mecenati, come il cardinale Del Monte, il marchese Giustiniani e i principi Colonna.
Questi elementi si scontrano spesso con le cerchie dell’ortodossia clericale, che trova irriverente la sua scelta di connotazioni popolari da rappresentare in ambito religioso.
Cercando di ottenere il perdono per l’omicidio di Tomassoni e quindi la grazia dalla pena capitale e la fine dell’esilio, lascia Napoli per lo Stato Pontificio, convinto dai suoi intercessori di poter ottenere l’indulgenza. Ciò che accade dopo è soggetto di molte e congetture. Muore nel 1610 a Porto Ercole, solo e miserabile, frettolosamente sepolto in una fossa comune. Amato e celebrato in vita, viene rapidamente dimenticato, per poi essere riscoperto nel XX secolo.
Definito da Roberto Longhi “pittore della realtà”, la sua opera è caratterizzata da un’osservazione diretta della natura. Attraverso le molte contraddizioni della sua modernità, è il primo interprete di quella che diventerà la pittura moderna.
Quando Caravaggio muore, il vescovo di Caserta scrive al cardinale Scipione Borghese, collezionista e protettore di Caravaggio, informandolo della scomparsa dell’artista. Cita tre dipinti, trovati all’interno della barca su cui viaggiava: “Doi S. Giovanni e la Maddalena”.
Mentre della Maddalena in Estasi si conoscono molte copie, questa versione, autenticata nel 2014 da Mina Gregori, è considerata il vero originale; il dipinto che aveva con sé nel suo ultimo viaggio a Porto Ercole. Sul retro della tela è stata trovata una nota con grafia seicentesca: “Madalena reversa di Caravaggio a Chiaia ivi da servare pel beneficio del Cardinale Borghese di Roma“.
La Maddalena è una presenza ripetitiva nell’opera di Caravaggio, la cui vita tumultuosa è segnata da disperati tentativi di trovare il perdono per i suoi crimini.
La Maddalena appare su uno sfondo neutro con una tunica bianca e un mantello rosso. Figura del pentimento, Maddalena prega, con gli occhi abbagliati dall’apparizione luminosa di una croce incoronata di spine, colta in un momento di estasi spirituale e sensuale. I suoi capelli dorati, la cui massa pesante appare sulla sommità del capo, si diffondono sulle spalle e sul petto. I toni della pelle, lividi, presentano mirabili variazioni di colore e di luce, mentre le ombre dominano per la loro intensità.
La modellazione dei denti e le lacrime che scorrono sulla guancia della Maddalena sono caratteristiche di Caravaggio, così come l’orecchio, indistintamente delineato sotto una luce attentamente calcolata. Le lunghe pieghe della camicia sono ottenute con un’unica pennellata ampia, vigorosa e libera; sullo sfondo, si intravede nell’oscurità l’ingresso di una grotta. Un teschio sostiene il braccio della Maddalena, significando la sua dipartita da una vita di peccati.
L’unione dei dati raccolti con la riflettografia infrarossa, acquisite con la nostra telecamera Apollo, e dall’ultravioletto, ci fornisce ulteriori informazioni e sembra confermare ulteriormente l’attribuzione: Il corpo semisdraiato della Maddalena non è, come sembra, avvolto in una massa scura, ma poggia su una specie di roccia. È inquadrata all’interno di una grotta, la cui apertura è arricchita da foglie e vegetazione, che si staglia chiaramente nell’angolo in alto a sinistra. Forse non del tutto convinto di quello che stava facendo, l’artista ha usato una pennellata leggera, decidendo poi di nascondere questi elementi sotto uno strato scuro. Maurizio Calvesi ha interpretato il fondo nero come oscurità, “simbolo del male e del peccato”, mentre la luce che inonda la figura femminile simboleggia la redenzione.
Alcune parti, come i capelli, sono lasciate in riserva e quasi non vengono dipinte affatto, caratterizzate solo da riflessi di luce. Si nota una totale assenza di disegno preparatorio, con il colore che viene applicato direttamente sulla tela. Le fonti affermano che Caravaggio non disegnava ma applicava direttamente il colore sulla tela: le frequenti modifiche apportate da Caravaggio ad altre sue opere durante la fase pittorica sono ben documentate dalle analisi ai raggi X e IR e sembrano confermare questo fatto.
La riflettografia IR evidenzia tuttavia la presenza di linee scure, preliminari al dipinto, che definiscono il profilo di alcuni elementi della composizione. Queste linee, piuttosto ampie e compatibili con un pennello imbevuto di un pigmento scuro, delineano le dita della mano destra, la parte inferiore della mano sinistra e il polso, le pieghe principali del mantello rosso, la spalla destra e la camicia bianca sul gomito destro. Le irregolarità della superficie che potrebbero far pensare all’uso di incisioni, evidenti soprattutto sulla camicia bianca, sono in realtà da attribuire alle tracce delle setole del pennello.
La forma della bocca sembra essere cambiata durante la fase pittorica, con una riduzione del labbro inferiore. Cambiamenti interessano anche il manto rosso, intorno alla grande piega vicino al lato destro, dove la radiografia mostra una distribuzione della radiopacità non in linea con l’andamento chiaroscurale attualmente visibile. Più difficile da interpretare è la traccia della stessa radiopacità del manto rosso che si estende dal lato destro, quasi orizzontalmente, verso il bordo sinistro della tela.
In questo quadro, come negli altri di Caravaggio, c’è arte ma c’è anche vita; non c’è solo un realismo formale e figurativo, ma soprattutto un “realismo dei sentimenti”, che è la grande novità di Caravaggio, soprattutto rispetto ai sentimenti manieristici, che erano predefiniti. È un realismo sentimentale ed emotivo profondo perché il pittore si identifica con il sentimento, con la situazione psicologica e c’è questa capacità di rappresentare e trasmettere questi sentimenti in pittura, colpendoci fortemente e permettendoci così di ricevere queste emozioni.
Michelangelo Merisi da Caravaggio, Maria Maddalena in estasi, 1606 circa, olio su tela, collezione privata.







